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LA CHIESA DI DIO

Annunciazione del Signore   25/3/2024

 

Annunciazione del Signore

25 marzo (nel 2008: 31 marzo)

Festa del Signore, l'Annunciazione inaugura l'evento in cui il figlio di Dio si fa carne per consumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza al Padre e per essere il primo dei risorti. La Chiesa, come Maria, si associa all'obbedienza del Cristo, vivendo sacramentalmente nella fede il significato pasquale della annunciazione. Maria è la figlia di Sion che, a coronamento della lunga attesa, accoglie con il suo 'Fiat' e concepisce per opera dello Spirito santo il Salvatore. In lei Vergine e Madre il popolo della promessa diventa il nuovo Israele, Chiesa di Cristo. I nove mesi tra la concezione e la nascita del Salvatore spiegano la data odierna rispetto alla solennità del 25 dicembre. Calcoli eruditi e considerazioni mistiche fissavano ugualmente al 25 marzo l'evento della prima creazione e della rinnovazione del mondo nella Pasqua. (Mess. Rom.)

Martirologio Romano: Solennità dell’Annunciazione del Signore, quando nella città di Nazareth l’angelo del Signore diede l’annuncio a Maria: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo», e Maria rispondendo disse: «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola». E così, compiutasi la pienezza dei tempi, Colui che era prima dei secoli, l’Unigenito Figlio di Dio, per noi uomini e per la nostra salvezza si incarnò nel seno di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo e si è fatto uomo.

 

Annunciazione del Signore


Il carattere mariano di questa festa, che gli antichi libri liturgici romani celebravano come solennità del Signore, viene messo in evidenza dall'Ufficio e dal formulario della Messa odierna. Anche se le fonti più antiche che riguardano questa solennità risalgono al secolo VI, possiamo ritenere che essa sia antica quanto il culto e la devozione alla S. Vergine. Come avrebbero potuto i primi cristiani ignorare le parole rivolte a Maria dall'angelo Gabriele e dalla cugina Elisabetta?
Il contenuto dell'Annunciazione riguarda il Messia e al tempo stesso l'intimo rapporto tra Madre e Figlio, come si deduce dalle parole dell'angelo Gabriele: "Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta tra le donne... Lo Spirito Santo verrà sopra di te e la potenza dell'Altissimo ti renderà sotto la sua ombra per questo il bambino santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio". E’ a motivo di questo intimo rapporto che Maria verrà chiamata "Madre di Dio".
L'angelo usa il linguaggio dei profeti del Vecchio Testamento nelle loro profezie messianiche, iniziando con l'invito alla gioia e garantendo l'aiuto di Dio alla Vergine prescelta all'alta missione. Maria è oggetto delle compiacenze divine: il Signore è con lei, ha trovato grazia agli occhi dell'Altissimo, sarà vergine e Madre di Dio. Maria stessa riconosce nelle parole dell'angelo i termini profetici che preludono alla rivelazione concernente il Messia. Confrontando la profondità religiosa del fidente abbandono di Maria al volere divino con ciò che vi è di soprannaturale nello stesso annuncio, possiamo affermare che al momento della sua risposta definitiva, del "fiat", in lei era già presente in maniera reale ciò che sarebbe diventato a poco a poco manifesto nel corso della sua vita, grazie al contatto col suo divin Figlio. "Nel momento dell'Annunciazione, Maria è la più alta espressione dell'attesa di Dio e del Messia nell'Antico Testamento; è la sintesi e il punto culminante dell'attesa messianica ebraica. E’ così che la vede S. Luca nel "Magnificat"; è così che la vede la patristica che va rivivendo nella teologia contemporanea.
A causa della grazia della sua nascita senza macchia e della sua consacrazione verginale a Dio, Maria è stata, nei confronti della luce della fede, d'una ricettività eccezionalmente squisita e delicata. Grazie a ciò, ella ha indicato, nella sua persona, l'apertura fondamentale e sempre più precisa in cui doveva sbocciare l'attesa dell'Antico Testamento per Jahvè-Salvatore "