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LA CHIESA DI DIO

S. Cesario   25/2/2024

 

San Cesario di Nazianzo Confessore

E' il fratello di San Gregorio Nazianzeno. Era medico alla corte imperiale di Bisanzio sotto Giuliano l’Apostata, che tentò inutilmente di riconvertirlo al paganesimo. San Cesario rimase per gran parte della sua vita un catecumeno. Si fece battezzare solo dopo essere sfuggito miracolosamente alla morte durante un terremoto avvenuto a Nicea. I particolari della Sua vita sono riportati nella commossa orazione funebre composta dal fratello Gregorio.

Etimologia: Cesario = nome di famiglia romana, assurto a dignità imperiale; grande, dall'etrusco

Martirologio Romano: A Nazianzo in Cappadocia, nell’odierna Turchia, san Cesario, medico, fratello di san Gregorio Nazianzeno.


Famiglia numerosa e di eccezionali virtù cristiane fu quella in cui nacque Cesario, giacché anche il padre Gregorio, la madre Monna, il fratello Gregorio, il celebre teologo, sono venerati come santi. Nato nel 330, dalla città natale passò ad Alessandria per dedicarsi allo studio della geometria, dell'astronomia e soprattutto della medicina. Ritornato in patria, esercitò la professione di medico ottenendo tanti validi successi da meritare la fiducia dell'imperatore Costanzo che lo chiamò a Costantinopoli. Anche il successore Giuliano l'Apostata lo confermò nell'incarico di medico di corte, nonostante rifiutasse di aderire al ripristino del culto pagano. Dall'imperatore Gioviano fu nominato questore della Bitinia, ove nel 368 si salvò quasi prodigiosamente da un funesto terremoto. L'episodio, però, determinò in Cesario una crisi spirituale per cui decise di abbandonare ogni pubblico incarico per dedicarsi più assiduamente alla salvezza della sua anima. Si fece amministrare il Battesimo, condusse poi vita penitente, finché fu colto da morte precoce (369).
Nel testamento dispose che ogni sua ricchezza fosse donata ai poveri. Tali particolari sono accennati nell'orazione funebre tenuta dal fratello Gregorio, documento che per sé, però, non costituisce una prova della venerazione e del culto, probabilmente sviluppatosi assai tardi. Infatti, presso i latini la prima menzione si trova nel Martirologio Romano al 25 febbraio; tuttavia, presso i greci il culto è senz'altro più antico e la memoria del santo viene celebrata il 9 marzo.